venerdì 30 novembre 2007

Porcello é bello...


Prosciutto é meglio! :)
Ultimo post del mese, ultimo contest - in ordine di tempo - a cui non posso evitare di partecipare ;), tanto piú che arriva da La Compagnia del Cavatappi, un sito che propone con successo ottimi prodotti tipici tra cui salumi, assortimenti di vini, conserve ed altro ancora, e che oltretutto arriva dalla Basilicata, regione che qualsiasi pugliese della mia zona frequenta spesso con piacere...
In palio un prosciutto di Parma da 10 kg...chi riuscirá a portarselo a casa e celebrare le feste con tale abbondante, suina bontá?

martedì 20 novembre 2007

Flammekueche






















A Parigi, abbiamo cenato una sera in un ristorante alsaziano e questo piatto, ordinato dai vicini di tavolo, mi aveva cosí stuzzicato che ne avrei chiesta una porzione al posto del dessert. Invece, la mia coscienza contacalorie mi ha trattenuta ;), ed ho invece deciso che mi sarei portata a casa il formaggio munster - fetente ma buonissimo - per prepararla a casa.
La flammekueche (letteralmente torta alla fiamma) é probabilmente insieme allo choucroute uno tra i piatti piú conosciuti della gastronomia alsaziana. Robusta ed appetitosa, puó essere una buona alternativa alla pizza casalinga, oltre che una coccola adatta ad una giornata fredda e piovosa come quella che osservo oggi dalle mie finestre...
Superfluo dire che esistono diverse versioni della preparazione. Alcune prevedono come base la pasta della pizza, mentre stando alle indicazioni di massima che m'ha dato la ragazza nel locale, il guscio deve essere fatto con una pâte fine (perció sicuramente senza lievito). Per amore di cronaca e per la mia voglia naturale di sperimentare, ne ho fatte due diverse. Verdetto: la flammekuche con la base senza lievito é senz'altro superiore, preparatela cosí!

la pasta:
200 gr farina
2 cucchiai olio evo
acqua tiepida
sale

il ripieno:
1/2 confezione formaggio bianco
100 gr munster, sostituibile con gruyère, e secondo me anche con del taleggio
1 cipolla
vino bianco (riesling per essere filologici ;), oppure un bianco a scelta)
100 grammi pancetta cruda o affumicata a dadini
4 cucchiai panna densa, io ho utilizzato la crème fraîche della Vrai

Affettare sottilmente la cipolla e lasciarla a bagno coperta con vino bianco almeno per un'ora. Disporre la farina a fontana, aggiungere il sale, l'olio e mescolare con acqua tiepida sufficiente ad ottenere un impasto elastico ed omogeneo. Avvolgere in carta trasparente e lasciar riposare almeno mezzora. Successivamente stendere la pasta col mattarello in una sfoglia da qualche millimetro e ricoprirla lasciando liberi i bordi con il formaggio mescolato con la panna. Aggiungere la cipolla ben scolata e distribuirvi la pancetta. Io ci ho spolverato anche del pepe macinato al momento. Infornare a 200 gradi almeno, per una decina di minuti dando un'occhiata affinché i bordi non si asciughino troppo. Poi aggiungervi il formaggio a pezzetti e lasciarlo fondere per qualche minuto.
Servirla caldissima.

domenica 18 novembre 2007

La domenica mattina


Il freddo s'é fatto aspettare ma alla fine é arrivato e risulta abbastanza sferzante, considerato che quasi ci aspettavamo di lasciare giacconi e piume nella naftalina ancora un bel pó. Oggi come spesso accade la cittá era avvolta da una luce straordinaria e capace di far dimenticare che l'inquinamento atmosferico non ci risparmia, ed allora, macchina fotografica in spalla, via per un giro in centro. Come mi succede spesso ultimamente nei miei alti e bassi da wannabe photographer, esco di casa piena di ottimismo e fiduciosa nel mio sguardo e nelle congiunzioni astrali che benevolmente mi aiuteranno a fare qualche scatto come si deve ;). Poi, strada facendo, mi rendo conto che lo scatto migliore sará sempre quello che mai faró, ed allora di malavoglia tiro fuori dalla tasca il coperchio dell'obiettivo e rimetto in modalitá off, rimandando(mi) ad altre occasioni. Uff, ¡menuda depresión! (che depressione!)...Per consolarmi e visto che eravamo vicini a Casa Mira - rinomata pasticceria madrileña, fate un salto se siete da queste parti! - mi son detta che potevo immortalare qualche vassoio con dolci che ancora non conosco e che ho voglia di provare nella mia cucina. Detto, fatto. Nella foto, pan quemado, dolce tipico della pasticceria valenciana. All'interno del negozio c'era un sacco di gente impegnata a comprare il dessert della domenica, perció mi sono arrangiata ed ho scattato attraverso la vetrina. Un anziano signore occhialuto accompagnato dalla consorte mi vede mentre passa e mi fa ''¡Pero eso no te lo puedes comer!'' (Non puoi mangiarlo! Riferendosi alla fotografia...) ed io, presa in contropiede: ''Ya, pero puedo soñar...'' (Si, ma posso sempre sognare...'' Potete immaginare una replica piú patetica? Il tipo in questione mi ha guardato con pietá, pensando a chissá quali perversioni da anoressica. Vaglielo a spiegare che ho un blog! :D

Casa Mira - pasticceri dal 1842. Carrera de San Jerónimo, 30. Madrid

sabato 17 novembre 2007

Zucca!























Pranzo veloce in casa o cena leggera e décontractée? Ho trovato nella zucca un ottimo alleato per i momenti in cui, magari da sola, non ho troppa voglia di cucinare ma voglio qualcosa che faccia bene :)...E poi dopo gli stravizi nella Ville Lumière ho una voglia matta di verdura!
Allora, in quattro e quattr'otto si taglia la zucca a fette senza sbucciarla e si mette sulla placca del forno leggermente unta. Quanti minuti? 20, 30? Non di piú e col calore sui 200 gradi circa, girando magari a metá cottura per fare in modo che entrambi i lati sviluppino una bella e tenera crosticina dolce come il miele...
A fine cottura, un'idea di sale o meglio ancora fior di sale, aceto balsamico (di quello buono, eh!), olio evo. Io ho aggiunto pure qualche rametto profumato di timo, ed ho accompagnato quest'insalata tiepida e dal colore che mette energia solo con del parmigiano a tocchetti e del pain Poilâne preso dall'omonima panetteria in quel di Parigi nel negozio di Rue du Cherche Midi.
Semplice, rapido e nutriente...ne voglio ancora!

martedì 13 novembre 2007

París ida y vuelta





















Sono tornata da Parigi giá da qualche giorno, ma certi profumi e certe atmosfere non me le tolgo dalla testa...la mia é proprio una storia d'amore, con quella cittá, perché piú ci vado piú ci voglio tornare :)








Naturalmente nella lista delle cose da fare quando siamo partiti c'erano le visite a tanti 'monumenti' gastronomici...come sempre peró, i compiti sono riuscita a farli neanche a metá, perció ci dovró tornare quanto prima ;P!Saranno fisime da gastroblogger, ma per me perdersi in posti tipo G. Detou (mecca di pasticceri e/o aspiranti tale e uff, appuntamento rimandato alla prossima volta) mi fanno sentire come Alice nel paese delle meraviglie, non c'é niente da fare! Tanti di voi mi capiranno :D

Allora: primo giorno, tappa al
marché bio di Boulevard Raspail, visto che tra l'altro ce l'avevo a portata di mano (albergo ad un paio di isolati, posizione dal mio punto di vista ultracomoda). Non ho visto Carole Bouquet né Vincent Perez, che stando alle cronache vanno a fare lí les courses (la spesa), in compenso mi sono imbevuta la vista, l'olfatto e l'udito di colori e profumi piacevolissimi...non manca proprio nulla, dagli stupendi assortimenti di formaggi, alla signora dall'aspetto ex-hippie che propone qualsiasi tipo di cosmetici e composti naturali, al macellaio baffuto e rotondo coi suoi appetitosi poulets rôtis (polli arrosto) che fanno gola a guardarli pure alle 9 del mattino :), cosí come le ostriche d'Oléron, da mangiare seduta stante...mamma mia che acquolina ancora adesso! Comunque, in fila ordinata e silenziosa come tutti, ci siamo 'accontentati' di provare croissant e chausson de pommes (portafogli di pasta sfoglia alle mele), guardando con la lacrimuccia - io - delle fumanti galettes de pommes de terre (frittatine sottili di patata) a cui ho dato appuntamento a mooolto presto ;). Acquisti: un bouquet di timo che ha profumato metá della cabina dell'aereo al ritorno, ed una confezione di agar-agar, l'addensante a base di alghe da usare al posto della colla di pesce. Altro rendez-vous irrinunciabile: Pierre Hermé, l'incontournable. Sono stata nella boutique di St. Germain, piccola piccola e simile ad una gioielleria (anche per i prezzi, naturalmente), tenendomi fuori dalla fila per godermi lo spettacolo dei dolci e scegliere con calma :). Alla fine abbiamo preso 2000 feuilles - concentrato di calorie e di pura felicitá - e tarte citron au citron, oltre a tre macarons. Ah, l'amato-odiato macaron! Io avevo assaggiato quelli di Ladurée ed ero rimasta delusa, chiedendomi la ragione delle continue, francesissime :) lodi a questo dolce che si trova ovunque in rete, se si fa un giro dalle blogger d'oltralpe. Beh, ho assaggiato quelli di Hermé ed ho cominciato a ricredermi. Seduta in Place St Sulpice ne ho mangiati due - dando indicazioni a bocca piena a due americane che alla vista del sacchetto ci hanno assaltati, al grido di ''Where is Pieeeerre Herméeee???'' e poi ho deciso che l'ultimo, quello col cuore al tè verde, si meritava un giro alla Tour Eiffel, ed é lí che me lo son portata da stupida, romantica ghiottona ;) benché poco amante dei clichés, e l'ho pure fotografato! La parte sfocata piú chiara? É la Senna sotto di noi... Per concludere in bellezza il viaggio, abbiamo improvvisato un pranzo italo-francese in aeroporto dopo il check-in, a base di baguette, merlot e finocchiona comprata nella sbrilluccicosa Grande Épicerie ...à très bientôt!

giovedì 8 novembre 2007

Torta soffice all'arancia


Parentesi dolce oggi, con una torta facile da fare e ottima con un buon tè, English Breakfast per esempio. Mi piace tanto per via della freschezza della crema che ho utilizzato per farcirla, a base di limone ed arancia, e per la fragranza che si mantiene diversi giorni, anche se golosa com'é, difficile che sopravviva in cucina troppo a lungo! Dosi per uno stampo da plum cake medio, da 20 cm circa.

gr 100 farina
gr 50 amido
gr 125 zucchero
gr 150 burro (o anche margarina, per chi non ne é nemico ;)
3 uova
scorza grattugiata di 1 arancia
1 cucchiaino lievito in polvere
poco latte se necessario

e poi:

succo di 2 arance
succo di 1 limone
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio raso amido di mais
zucchero velo/arancia candita

Imburrare uno stampo da plum cake. Setacciare insieme farina, amido e lievito. Ammorbidire il burro e ridurlo in crema con lo zucchero. Frullare le uova fino a renderle spumose e poi aggiungerlo al composto di burro e zucchero; mescolare ancora tutto con cura ed aggiungere anche la scorza d'arancia. Unire le farine poco a poco mescolando, amalgamare bene il composto ed aggiungervi pochissimo latte, solo se risulta troppo consistente.
Versare nello stampo e cuocere in forno giá caldo a 180 gradi con la gratella al centro per circa 40 minuti , inserendo uno stuzzicadenti al centro del dolce per verificarne la cottura. Intanto preparare la crema mescolando zucchero e amido ed aggiungendovi il succo degli agrumi. Portare sul fuoco e mescolare finché la crema non si addensa, poi lasciarla raffreddare.
Dividere in due parti la torta sfornata e fredda e ricoprirne di crema la base; ricomporre il dolce. É ancora + buono qualche ora dopo la preparazione, perció eventualmente é meglio ricoprilo di zucchero a velo all'ultimo momento, sempre che si riesca a resistere alla tentazione di tagliarne una fetta subito ;)

mercoledì 7 novembre 2007

Zuppa di castagne e ciauscolo


Ancora una giornata di sole e cielo azzurro qui in terra iberica...La mattina bisogna stare attenti a non coprirsi troppo, perché alle due o giú di lí si rischia di sembrare eschimesi ai Tropici! Ok ho un pó esagerato, ma la media nel pomeriggio in questi giorni non scende sotto i 22 gradi, facendo vivere tutti una specie di primavera di ritorno, solo, con gli alberi nei parchi ed in cittá tinti di colori deliziosi dal giallo oro al rossiccio. Che dire? I giornali e la tv sono in allerta per l'inquinamento anche se stare fuori casa es un verdadero placer, ma a tavola che autunno sia...allora oggi crema di castagne. Ricetta presa dal numero di ottobre de La Cucina Italiana, leggermente rimaneggiata perché ho aggiunto dell'alloro alla cottura delle castagne e poi ho deciso di dare un tocco, ehm, suino? Con del ciauscolo, quel salume marchigiano morbido da mangiare per esempio, con la pizza bianca, e che é buono da svenire :)

gr 400 castagne
2 fette di pane casereccio
1 cipolla
2 carote
sedano (poco per me perché non lo amiamo)
olio evo
sale/pepe/alloro in foglie

Incidere la buccia delle castagne, coprirle d'acqua e cuocerle per circa mezzora; scolarle e sbucciarle quando sono ancora tiepide; per inciso questa é la fase che mi piace meno :P.
Preparare un brodo con le verdure ed un litro d'acqua abbondante, poi aggiungervi le castagne e cuocere ancora una mezzora scarsa. Scolare le castagne e frullarle lasciandone eventualmente un paio intere per decorare (io me ne sono dimenticata). Io nel mixer ho aggiunto anche la cipolla, mi piace e smorza il dolce delle castagne.
Filtrare a questo punto il brodo ed aggiungerne fino ad avere la consistenza desiderata, aggiustare di sale e pepe. Grigliare il pane e servirlo con la crema calda calda, un filo d'olio e pepe macinato al momento. Complemento ideale: oltre ad un buon rosso, un bel caminetto acceso! Mamma mi presti il tuo? ;P

lunedì 5 novembre 2007

Le pesche sciroppate


La stagione delle pesche é praticamente finita anche qui, allora munita dei mitici vasetti Bormioli ho provato a farle sciroppate. In genere, non amo troppo questo tipo di conserve per via del contenuto di zucchero, peró mi sono detta, cavolo non ho fatto questa cosa nemmeno una volta, perché non cimentarmi? Quest'inverno mi faró venire qualcosa in mente per consumarle :). Di rigore: utilizzare pesche gialle abbastanza mature ma ancora belle dure.

per ogni chilo di frutta:

gr 500 zucchero
1 stecca di vaniglia

Tuffare le pesche in acqua bollente e lasciarcele una decina di minuti, poi scolarle e spellarle (l'operazione serve proprio ad eliminare la pelle con maggiore facilitá). Tagliarle a spicchi o a metá e metterle in una terrina con la vaniglia che avremo inciso ricavandone i semini, e lo zucchero. Lasciarle cosí per almeno dodici ore - io le ho messe in frigo - poi versare il liquido formatosi in una casseruola e farlo bollire per 3 minuti. Eliminare la vaniglia e lasciar raffreddare, poi mettere le pesche nei vasi pulitissimi e asciutti e versarvi Io sciroppo. Infine pastorizzare lasciando bollire in una pentola capace per 15 min, controllando che il livello di acqua superi sempre i coperchi. Fatto! Cosí su due piedi mi vengono in mente un paio di abbinamenti...gelato alla vaniglia o una crostata, per esempio?

venerdì 2 novembre 2007

Non ci credo...


...Ma ci provo! Elation mette in palio una cena esclusiva, il link, se l'idea solletica anche voi, é qui :). In bocca al lupo!